Esopo e Fedro ai nostri giorni

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di Guido Di Stefano

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   Il ventesimo secolo ha schiacciato il mondo con il peso di due guerre mondiali estese e di tante guerre e guerricciole sponsorizzate (e forse volute) nella quasi totalità dei casi dalla declamata civiltà buonista e umanitarista occidentale.

   Noi Siciliani, in quanto colonizzati da Roma sola prima e da Roma con altre capitali ora e in quanto avviluppati dalla mala pianta della politica non politica, abbiamo prima avuto il privilegio indesiderato delle guerre coloniali in Africa vinte non troppo chiaramente e dopo le avventurose partecipazioni e/o conseguenze delle intelligenti e amorevoli bombe in Kosovo, Afghanistan, Iraq, Libia, Siria, e per quanto non impegnati militarmente Nord Africa e centro Africa. Eppure siamo pacifici!

   Ci ha lasciato pure il ricordo (solo il ricordo perché gli insegnamenti sono andati perduti) di veri esseri umani che avevano sofferto (in qualche modo) i drammi di guerra e della disperazione e che inseguivano degli ideali: condivisibili o meno ma erano pur sempre ideali indirizzati ai popoli e non ai “mitici” più sudditi che signori della divinità bifronte del denaro e del potere.

   Politici e guerrieri, non guerrafondai, pronti a dare la vita (ed è anche successo) per i propri popoli sono vissuti un po’ ovunque: non furono perfetti (anzi forse a volte furono grandi peccatori) ma furono umani nell’intelletto, nell’animo, nel cuore e credevano, speravano, lottavano. Qualcuno è ancora vivo.

   Tanto per capirci citiamo alcuni nomi, precisando che chi legge può anche dissentire dalle nostre valutazioni: non siamo affatto infallibili ma cerchiamo di cogliere il bene che c’è negli altri.

    Spaziando per il mondo  del ventesimo secolo incontriamo F.D. Roosevelt, H.S. Truman, D.D. Eisenhower. J.F. Kennedy, J.V. Stalin (alias J.V. Dzugasvili), N.S. Kruscev,  C.A.J.M. De Gaulle, F.M.A.M. Mitterrand, K.H.J.  Adenauer, H.J.M. Kohl, Mao Zedong (alias  Mao Tse Tung), Ho Chi Minh, Fidel A. Castro R., S. Allende e altri che hanno lottato e dato la vita per i propri ideali dedicati ai popoli, all’umanità, al mondo.

    Come non ricordare la “voce” inascoltata di Stalin volta a prevenire la “dilatazione”  della seconda guerra mondiale? O l’opposizione silente di Eisenhawer, Roosvelt, Truman, De Gaulle all’invasione immediata della Russia tanto desiata in terra di Albione e forse in tetri palazzi? oppure l’irruenza della “scarpa” di Kruscev all’ONU”? o la fermezza di Kennedy e Kruscev nei rispettivi ruoli e la conseguente creazione della “linea rossa” diretta? O le resistenze del citato De Gaulle ai diktat di oltre oceano e oltre manica che lo spinsero alla fuga dalla NATO e all’opposizione a quel tipo di Europa che è nata dopo di lui, al punto di guadagnarsi un attentato impropriamente attribuito dai media di allora ai “ribelli” algerini?  Non c’è da stupirsi: i poteri deviati o occulti o maligni hanno sempre un capro espiatorio pronto nella figura di singoli o organizzazioni (complici o meno che siano).

   E ora nel terzo millennio?

   Forse ci sbagliamo ma non vediamo un grande affollamento di statisti, diplomatici, generali di alti ideali in tutto il mondo così detto occidentale. Vediamo qualche “essere umano” libero dalla schiavitù e dalla bramosia di potere e denaro in Sud America, Africa, Medio Oriente, Europa orientale (molto orientale!), Asia continentale: forse in tutto il mondo arriviamo (o superiamo di poco) i dieci “giusti biblici”. Quindi non facciamo i nomi perché non vogliamo  ferire, per distrazione e omissione,  la sensibilità di nessuno dei pochi “capi di stato” di buona volontà (almeno servono i propri popoli e non ignoti padroni).

    Cosa c’entrano allora Esopo e Fedro?

   Diciamo che dalla seconda metà del ventesimo secolo si sono incarnati (in tanti governi non diciamo popoli) i personaggi delle favole dei nostri due “antenati” volti a dimostrare malvagità, malignità, ingordigia, avidità, inaffidabilità, ingratitudine tipica dei più forti prepotenti e prevaricatori quando riescono a circuire, isolare, intimidire i deboli e gli onesti (sempre pronti ad accordare fiducia e rispetto agli indegni).

     La favola del nibbio e le colombe? Finita la seconda guerra mondiale il “nibbio” (l’amico lontano)  ha creato  (magari convenientemente assistito in zona)la psicosi dei rapaci dell’est convincendo le colombe europee a cedergli la sovranità sulla colombaia in cambio di protezione (da che e da cosa?) e di amore (per le loro carni). E pretende che la colombaia si ingrandisca sempre più,  forse perchè  un eventuale rapace nemico si appesantisca prima con le loro carni. Il buon Charles aveva sottratto le sue colombe alle mire del nibbio; qualcuno gliele ha ridonate.

    Quella del lupo e l’agnello?  L’amico (con qualche aiutino alla bisogna, anche “culturale-informativo”) ha più volte ricreato in vario modo questa favola in danno di “più deboli” agnelli, colpevoli perché vittime designate; tanto per fare qualche nome più famoso, nella parte dei deboli (già condannati per la loro “schiena diritta” a prescindere dalle colpe eventuali)  agnelli sbranati in ossequio alla legge del più forte, possiamo annoverare: Allende, Husseim, Gheddafi. Certo è piuttosto deluso perché Assad è risultato poco masticabile.

   Oppure quella del leone, la mucca, la capra e la pecora soci nella caccia? Sicuramente è da artisti convincere gli erbivori che possono nutrirsi di carne! Con quale risultato poi? Gli erbivori a fare una guerra per procura e sentirsi dire all’atto della divisione: il primo quarto è mio perché mi chiamo leone; il secondo quarto è mio perché voi  lo assegnate a me  vostro socio; il terzo è mio perché lo dico io; il quarto pure perché voi non oserete protestare. Si dice che Charles si sia rifiutato di cacciare per il leone.

   Si dicono tante cose! Ma voi dilettatevi a scorrere gli scritti dei saggi Esopo e Fedro: magari vi scoprirete qualche bestia particolarmente “ingrata” e riprovevole oppure qualche bestia addirittura  adusa a combattere gli amici di ieri  con l’aiuto (estorto o circuito) dei nemici di domani. Non vi sembri assurdo: il dio denaro-potere ha qualche miliardo di “fans” ma nessun amico; la sua malvagità è unica e accetta (anzi  tollera appena e disprezza) servi e schiavi.

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